Juventus, l'importante e' esagerare

E' una Juventus esagerata quella che si sta profilando in questo primo scorcio di campionato. Esagerata nei numeri con cui descrive il suo sinusoidale percorso legato ai risultati ed esagerata nei modi attraverso i quali li raggiunge. E la serata di ieri non ha fatto certo eccezione, anzi. In perfetta sintonia con il trend stagionale, la Juventus estrae dal cilindro una prestazione che racchiude in 90 minuti tutto cio' che di bello e di brutto le altre quattro giornate avevano ampiamente dimostrato. Aggressivita' ma anche timore, velocita' e confusione, grandi giocate offensive e clamorosi errori difensivi, molti gol segnati e tanti subiti. Del Neri schiera una formazione molto fisica con Amauri e Iaquinta a sovrastare in centimetri la difesa rossoblu. Rinaudo, come intuito in settimana, gioca la sua prima da titolare esterno destro basso e ad Aquilani vengono offerte le chiavi del gioco bianconero. Pronti, via e subito sembra una Juventus decisa a riprendersi cio' che giovedi scorso aveva perso sempre all'Olimpico di Torino contro il bel Palermo di Delio Rossi. La Juve pressa e gioca, il Cagliari sembra intimorito, forse sorpreso dall'avvio juventino. Aquilani detta i tempi preferendo le giocate semplici ma veloci che Krasic e Pepe si allargano per ricevere. Felipe Melo completa un centrocampo che finalmente sembra aver trovato i suoi interpreti ideali e non ce ne voglia Marchisio. Davanti Amauri fa a spallate con chiunque gli offra la possibilita' mentre Iaquinta, per consegne, e' piu' mobile rispetto al brasiliano. Al 13' la Juventus passa grazie a Tornado Krasic che lesto raccoglie una respinta della difesa sarda ed infila Agazzi con un chirurgico destro rasoterra. Applausi per il primo gol del serbo in maglia bianconera, che in settimana Del Neri aveva portato ad esempio per spirito di sacrificio e dedizione al lavoro. La Juventus sembra finalmente in cima alla salita di queste montagne russe su cui sta girando dalla prima giornata di campionato ed invece la truppa di Bisoli la spinge nuovamente in una vorticosa discesa. Lazzari riceve palla sulla sinistra, Rinaudo (buono il suo esordio in un ruolo non suo) rimane timido sulle sue ed il fantasista di Bisoli serve un assist a Matri che il centravanti cagliaritano non deve far altro che spingere alle spalle dell'incolpevole Storari da meno di tre metri. Sbaglia Grygera ad andare prima su Matri per poi mollare la marcatura e retrocedere di un passo verso Acquafresca, a quel punto sia Bonucci che Chiellini erano gia' scalati verso destra e Matri si era ritrovato solo. Duro colpo per tutti coloro che speravano che certi errori difensivi erano stati capiti e cancellati. Ma la Juventus ha voglia di centrare la prima vittoria davanti al suo pubblico e riparte a testa bassa. Amauri ruba palla in area sarda e scodella un pallone sul secondo palo, Agostini aspetta l'uscita di Agazzi ed Agazzi aspetta che Agostini lasci sfilare sul fondo, arriva Tornado Krasic e li mette tutti e due d'accordo infilando in anticipo con un gesto da vero rapace d'area di rigore. Primo tempo che termina tra gli applausi dello stadio e dopo che Iquinta si e' divorato un incredibile occasione da gol solo davanti al portiere cagliaritano.
Secondo tempo che non sposta una virgola di cio' che si era visto fino ad allora. Juventus che riparte all'assalto e Cagliari che vola di rimessa. In un mischione seguente a calcio d'angolo i bianconeri trovano il loro terzo gol. Rinaudo spizza di testa verso Bonucci che calcia come puo' colpendo pero' Caninni che devia su Naingolaan, super autorete dunque nonostante "Faccia di Bronzo" Bonucci esulti come se avesse segnato. Il Cagliari comunque non acusa il colpo piu' di tanto e con Matri ha la possibilita' di riaprire i giochi ma il centravanti spreca in malo modo da ottima posizione. La Juventus capisce che la partita non e' per nulla finita ed aumenta la pressione. E' di nuovo Tornado Krasic ad incorniciare la sua splendida partita siglando il quarto gol bianconero e suo terzo personale (e meno male che e' un giocatore poco avezzo alle marcature...), splendida serpentina al limite dell'area e tiro di destro che, complice una deviazione si infila alle spalle di Agazzi. Apoteosi per il serbo, nuovo idolo bianconero. Dieci minuti piu' tardi pero' Matri accorcia le distanze evidenziando una volta ancora qualche sbandamento di troppo della difesa bianconera a dire il vero completamente rimodellata dopo l'ingresso di Legrottaglie per Rinaudo (crampi) ed il conseguente spostamento di Chiellini a sinistra e Grygera a destra. Delizioso l'esterno sinistro con il quale Lazzari (ottima prova) mette Matri davanti a Storari. In conclusione una bella partita, vissuta su strappi di entrambe le squadre e che la Juventus ha saputo e voluto vincere soffrendo. Krasic strepitoso, Melo davvero ottimo. Bene anche Aquilani che ha fornito intuizione e velocita' al gioco bianconero e Rinaudo che ha pareggiato con un bel secondo tempo un primo tempo troppo timido. La Juventus torna a riabbracciare l'ottimismo e si gode una bella vittoria contro una squadra arrivata a Torino imbattuta e con un solo gol al passivo. Bianconeri a tre punti dall'Inter in attesa della madre di tutte le partite domenica prossima a San Siro ed in attesa soprattutto di trovare un sano e prolungato equilibrio. 12 gol fatti (miglior attacco) e 9 subiti (peggior difesa) in sole cinque giornate, dimostrano come ci sia ancora molto da lavorare ma anche come molto sia stato gia' fatto.

Le grandi partite : Milan - Juventus 1-6 6 aprile 1997

Calcio spettacolo della fantastica Juventus di Lippi. Milan schiantato davanti al suo pubblico con un 6 a 1 che non ammette repliche. Jugovic, Vieri, Zidane e Amoruso annichiliscono i rossoneri che replicano con Simone a disfatta oramai compiuta



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Juventus - Ajax 5 - 3 Finale di Champions League

Roma - Juventus 1 - 4 Serie A 2005

Juventus - Fiorentina 3 - 2 Serie A 1994

Juventus, finalmente! 4 a 0 ad Udine e primi tre punti

Finalmente! Possiamo gridarlo, urlarlo e liberarci mente e spirito, finalmente! La Juventus torna alla vittoria e lo fa con un 4 a 0 come non capitava da tempo. Nel calcolo del rotondo risultato va pero' anche considerata la scarsa partita giocata dai ragazzi di Guidolin. Certo si potrebbe obiettare che sia stata la voglia di imporsi dei bianconeri di Torino ad intimorire l'Udinese, ma sinceramente il pesante punteggio finale e' anche da addebitare all'atteggiamento mai propositivo di Di Natale e compagni. Juventus che parte fortissima. Pressa, copre, resta concentrata e appena puo' affonda sulle fasce. Soprattutto nel primo tempo Krasic e' risultato devastante facendo fare la figura del dilettante a Pasquale che non lo ha mai preso una volta una. Corsa e assist al bacio del serbo per Quagliarella prima (gol di tacco di rara fattura) e Marchisio poi (splendido sinistro al volo) che ringraziano il biondo esterno sempre piu' simile a Nedved. Ad aprire le marcature era stata un autorete di Coda che nella concitazione di una mischia davanti alla porta infilava Handanovic con un colpo di mano! Primo tempo che termina con un meritato 3 a 0. Nella ripresa i ragazzi di Del Neri dimostrano di aver assimilato la lezione tattica del tecnico di Aquileia e di aver fatto tesoro delle rimonte subite da Sampdoria e Lech Poznan. Squadra che si sistema nella sua meta' campo, Udinese che prova a reagire ma i tre attaccanti di Guidolin cadono spesso nella trappola del fuorigioco, altro marchio di fabbrica di Del Neri. Il centrocampo finalmente filtra e Chiellini e Bonucci non vanno quasi mai in affanno. Iaquinta, subentrato a Del Piero sigla il 4 a 0 e a questo punto la partita puo' dirsi finita. Ottimi Pepe, Marchisio e Krasic anche se calato nella ripresa. Dell'Udinese sinceramente non c'e' da dire molto, squadra che mai si e' dimostrata pericolosa se non con una conclusione di Sanchez neutralizzata da Storari. La Juventus conquista cosi' la sua prima vittoria. Certo c'e' ancora tanto da lavorare, soprattutto sulla tenuta atletica (Motta e Pepe hanno accusato crampi) e va velocizzata la manovra, ma i segnali sono positivi e la strada intrapresa e' quella giusta. I tre punti fanno morale e danno ai ragazzi di Del Neri la spinta giusta per proseguire nel migliore dei modi. Ora bisogna rimanere umili e concentrati e non farsi prendere da facili entusiasmi, ma intanto godiamoci questo successo. Finalmente!

Juventus, avanti insieme!

"Avanti insieme!" Parole che inducono a non mollare ed a crederci, come sembra non voler mollare e crederci questa Juventus. Le ha pronunciate Giorgio Chiellini uno che non molla mai e lo ha dimostrato anche giovedi sera nell'incontro disputato dai bianconeri contro il Lech Poznan. Due gol per recuperare, due gol per dare fiducia, due gol per far capire a tutti che la Juventus non molla mai. Peccato che i due gol, piu' il gioiello di Del Piero, non siano bastati nemmeno stavolta, come gia' capitato contro la Sampdoria, ad azzannare la vittoria. La Juventus e' sempre figlia del cambiamento totale voluto quest'estate dalla societa'. Nuovi i dirigenti, nuovo il tecnico, nuovo il modulo, nuovi i giocatori. L'unico fattore che sembra essere immutabile e' il risultato, sia numerico con il 3 a 3 perpetuo, sia in termini di gioco ed esito finale. Nelle ultime tre partite ufficiali giocate, due pareggi, una sconfitta, sei gol segnati e sette subiti. Numeri che fotografano un momento difficile, di quelli che se mal gestiti rischiano di marchiare con il simbolo del fallimento una stagione sin dal suo principio. Come uscire da questa situazione? Se lo chiedono un po' tutti i tifosi bianconeri, ma anche all'interno dello staff bianconero non e' che il quesito sia differente. Ci prova cosi' Chiellini, da vero leader, ad indicare la via da intraprendere : "Avanti insieme!" non e' solo un'esortazione ma soprattutto un dictat a tutto l'ambiente che circonda dentro e fuori la Juventus. Guai a provocare, guai a lamentarsi, guai criticare. Tutti compatti, tutti uniti. Cosi' se ne esce fuori. E anche noi ci uniamo al suo incitamento. Juventus, avanti insieme!

Juventus, quando onesta' e coerenza non pagano

"No, no. Io penso che lo scudetto se lo giochino le altre squadre. Noi siamo una squadra che deve lavorare, non poniamoci limiti. Noi dobbiamo lavorare, crescere molto, sotto il profilo dell'intensità e della volontà." parole e musica di Gigi Del Neri e tanti saluti a tutti quelli che la pensano diversamente.
Non che il tecnico friulano non sia in buona compagnia, dato che in ordine cronologico gia' il capitano in pectore prima (Chiellini) ed il neo D.G. dopo hanno enunciato la medesima teoria. Piedi per terra e' la parola d'ordine che tutti i soldati della truppa delneriana hanno gia' imparato a memoria, ora sta ai tifosi impossessarsene. E da questo punto in poi la faccenda si fa molto piu' complicata. E si, perche' tutto si puo' dire dell' aficionado bianconero ma non che non sia abituato bene in fatto di titoli e vittorie. Un palato che pero' ultimamente si e' accontentato di richiamare certi sapori di successi passati solo attraverso la memoria. Ed e' proprio questo il problema. C'e' voglia di una sana e gustosa scorpacciata. Non si rimane sorpresi quindi se certe affermazioni provenienti da dirigenza e giocatori siano state accolte dalla tifoseria come un gatto isterico nelle mutande. Con fastidio ed irritazione. Evidentemente il realismo e la coerenza non albergano nelle menti e nei cuori dei tifosi. Cosi' come un innamorato non vuole sentirsi dire che la donna che ama non fa per lui, cosi' chi ama la propria squadra preferisce finti proclami e facili promesse. Eppure non piu' tardi di due settimane fa redazioni, blog e siti erano innondati di email furibonde scritte da juventini indignati per la campagna acquisti, pronti a giurare sui propri figli che questa stagione sarebbe stata anche peggiore di quella scorsa, pronti a scommettere cifre folli che la Juventus non sarebbe arrivata nemmeno tra le prime sei. E allora perche' sorprendersi ora se allenatore e dirigenza confessano onestamente che per quest'anno lo scudetto e' questione non riservata alla Juventus? Sin dall'insediamento Marotta fu chiaro : sara' una lenta evoluzione, sara' l'inizio di un progetto, la costruzione di una solida base in cui inserire dal prossimo anno uno o due campioni. Detto, fatto. Se poi qualcuno o molti credono che chiamarsi Juventus significhi non credere nella forza di un progetto, ma dover comprare campioni solo per riempire le colonne dei giornali, beh comprenda che cosi' facendo reca solo danno ad un ambiente che mai come in questo momento ha bisogno di tranquillita' e pazienza. I risultati arriveranno, magari non subito ma arriveranno. Perche' quest'estate si e' posta la base su cui poter lavorare, bene, in futuro. E pazienza se i tifosi avrebbero voluto Messi, Guardiola e vincere la Champions League. Certo, avrebbero potuto raccontargli che eravamo ad un passo dal prenderli e che alla fine sono stati scartati, ma qui siamo davanti ad una dirigenza seria, una dirigenza che non prende in giro nessuno. Una dirigenza onesta e coerente, ma si sa che spesso onesta' e coerenza non pagano.

Serie A : Juventus - Sampdoria 3 - 3. La Juventus e' bella solo a meta'

Meta'. Potrebbe essere questa la parola che accompagna la Juventus che ha pareggiato con un rocambolesco 3 a 3 contro la Sampdoria ieri. Meta' perche' un pareggio e' meta' dell'opera, perche' la Juventus e' apparsa a tratti bella e convincente solo dalla meta' campo in su, perche' questo punticino e' un mezzo passo avanti in classifica. Meta', soprattutto, perche' la Juventus vista ieri e per stessa ammissione del suo tecnico e' ancora a meta' del suo cammino di trasformazione. Esordio casalingo che i bianconeri avrebbero voluto bagnare con una vittoria ma si e' capito sin da subito che i doriani allenati da Di Carlo e ben schierati in campo non erano d'accordo. Primo tempo (di nuovo meta'...) di marca blucerchiata, con Cassano devastante sulla fascia di Motta e difesa solida e quasi mai impegnata. Palombo fa ombra a tutti a centrocampo e Pozzi timbra l'uno a zero in maniera sin troppo semplice. Juventus sciapa, lenta, con zero verticalizzazioni e soprattutto zero aperture sulle fasce (la Bibbia calcistica di Del Neri) che ritorna negli spogliatoi sul risultato di 1 a 1 grazie ad un esternaccio di Marchisio a 2 minuti dal fischio di Mazzoleni. Seconda meta'(!!) di gara di stampo decisamente diverso. I ragazzi di Del Neri scendono in campo con un piglio piu' aggressivo. Nonostante la squadra soffra ancora in difesa, specialmente sulle fasce dopo che l'inserimento di Marilungo determina la conquista anche di quella di pertinenza di De Ceglie, i bianconeri si distendono meglio quando applicano la manovra offensiva, grazie e soprattutto ad un migliore sfruttamento degli esterni. Pepe e Krasic salgono di ritmo e giocano molti piu' palloni. A tratti si vede il gioco richiesto da Del Neri e fioccano le occasioni, tanto che la Juventus ribalta il risultato con un gol (in fuorigioco) di Pepe e sfiora il 3 a 1 dopo un entusiasmante discesa palla al piede di Krasic, sempre piu' simile a Pavel Nedved (ieri in tribuna) e sempre piu' nel cuore dei tifosi. Samp per nulla intimorita che riagguanta il pari grazie ad un bel piatto al volo di Cassano. Rivedibile, come durante tutta la gara, la diagonale difensiva, mal eseguita soprattutto da Krasic. Ma e' una Juve diversa dalla meta' campo in su. I bianconeri insistono e tornano in vantaggio con Quagliarella (anche su questo gol pesanti dubbi di fuorigioco). Del Neri non ha alternative a De Ceglie che soffre da matti Marilungo e proprio dalla fascia sinistra bianconera il sampdoriano confeziona un cross perfetto per la testa di Pozzi che, solo in mezzo a Bonucci e Motta, scapoccia in rete e dedica alla neonata Nicole la sua doppietta alla Juve, 3 a 3. Entra Grygera che va a prendersi cura di Cassano al posto di Motta, ieri meno brillante del solito in tutte e due le fasi e la partita scivola verso la fine. Positivo comunque aver finalmente visto in campo nell'ultimo quarto d'ora Aquilani, uno che potra' dare una mano ed anche qualcosa di piu' quando si sara' perfettamente calato negli schemi di Del Neri, cosi' come Iaquinta, ariete che ieri e' mancato come l'acqua ai pesci. Dunque una Juve bella a meta'. Male dietro, dove e' preoccupante il rendimento degli esterni, bene a centrocampo soprattutto con Krasic e Pepe. In attacco Quagliarella si danna l'anima ma finche' sara' assistito da un Del Piero totalmente avulso al gioco ed ai ritmi della partita poco potra' fare. Il Capitano bianconero, che ieri ha festeggiato i suoi 17 anni di matrimonio con la Vecchia Signora, e' oramai diventato una presenza imbarazzante e qualcuno, prima o poi, dovra' spiegargli che il suo ruolo puo' essere importante solo se parte dalla panchina. Bene la Samp. Grande ritmo, Cassano over the top e Pozzi mascherato da Pazzini.

Juventus e Del Piero, 17 anni insieme. Ora basta?

Oggi Del Piero e la Juventus festeggiano i 17 anni di matrimonio. Un'eternita' se si pensa a quanti giocatori, anche importanti, cambiano casacca ogni estate. Una bandiera vera, come sono rimaste in Italia solo Javier Zanetti e Totti. Eppure una bandiera si puo' anche contestare. Su quanto sia ancora utile Del Piero alla Juventus ne abbiamo gia' discusso QUI . Ora vi chiediamo di partecipare al nostro sondaggio che trovate in alto a destra e dire anche voi la vostra, grazie!

Le grandi partite : Juventus - Fiorentina 3 - 2 - 4 dicembre 1994

Epica e' l'aggettivo che meglio accompagna la rimonta che la Juventus effettuo' in questa partita ai danni della Fiorentina. Pensare che i viola fino al 73' minuto erano in vantaggio per 0 a 2 e ritrovarsi a commentare a fine partita una vittoria della Juventus ha quasi dell'incredibile, eppure ando' proprio cosi'. Vialli suona la carica ed un magistrale gol di Del Piero completa la cavalcata bianconera. Straordinaria Juve. Una chicca la voce di Bruno Pizzul a commento delle immagini
Buona visione!

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Juventus - Ajax 5 - 3 Finale di Champions League

Roma - Juventus 1 - 4 Serie A 2005

Juventus, una gloriosa maglia da onorare

Vi propongo un indovinello : chi ha pronunciato questa frase? "Sono arrivato in una grandissima società, la più gloriosa che possa esistere. È motivo di orgoglio per me. Sicuramente indossare questa maglia, che è una maglia gloriosa, che ha vinto tanto, non è mai facile perché chi la indossa successivamente è costretto a vincere e a fare bene." No avete sbagliato, non l'ha pronunciata Ibrahimovic durante la sua presentazione ma Fabio Quagliarella e non possiamo che trovarci d'accordo con quello che l'attaccante stabiese ha dichiarato. E, ne siamo certi, non sono parole di circostanza. Perche' chi il calcio lo vive da sempre come passione e non solo come un modo per guadagnare cifre a sei zeri, la Juventus l'ha sempre posta in cima alle sue ambizioni. Giocare per la Juventus significa indossare la storia del calcio italiano, significa fare parte di una leggenda, significa rappresentare un popolo intero di tifosi. Significa pero' anche assumersi tutte le responsabilita' e gli oneri che una scelta simile puo' comportare. Significa sputare sangue, significa uscire stremati dal campo, significa dare tutto quello che si ha dentro, significa onorare un patto con 14 milioni di persone, di amanti gelosi. Una folla pronta ad adorare chiunque li renda orgogliosi di tifare Juventus, una folla pronta ad osannare qualsiasi gesto compiuto per il bene della loro squadra ma anche una folla pronta a non perdonare nulla, soprattutto chi alle parole non fa seguire i fatti. E questo non vale solo per Fabio Quagliarella.

Clamoroso in Serie A : anche i ricchi scioperano!

Chissa' se, emulando i loro tifosi piu' accesi, anche qualche calciatore lancera' un fumogeno verso il sindacalista di turno. Non si capisce se la scelta del sindacato dei calciatori di proclamare una giornata di sciopero per il prossimo quinto turno di Serie A il 25 e 26 settembre prossimo sia piu' clamorosa o piu'strampalata.
Di fatto sta che i beniamini di milioni di appassionati incroceranno gli scarpini rifiutando di scendere in campo. Il motivo? Il rinnovo del contratto collettivo, che a detta dei diretti interessati, non garantirebbe alcuna forma di tutela dei loro diritti. Una piccola Pomigliano dunque, con la netta differenza che la Lega non minaccia di trasferire il campionato in Serbia e che, soprattutto, i diritti da tutelare sono abbondantemente garantiti da uno stipendio medio di 700 mila euro all'anno, roba che un operaio della FIAT, di quelli che magari la domenica la passa sugli spalti a distrarsi dai mille problemi quotidiani che lo affliggono, non li guadagnerebbe nemmeno se lo clonassero per mille vite ancora.
Resta da vedere se ci sono margini per poter ricomporre lo strappo come gia' avvenuto in precedenti casi di scioperi minacciati e mai posti in atto, ma di certo, in un momento quale quello che sta attraversando il nostro paese, stretto in una crisi economica mondiale, e' una notizia che per lo meno desta qualche perplessita' se non addirittura un minimo di fastidio. Verrebbe da dar ragione a tutti quei tifosi che, stanchi di certe prestazioni dei loro idoli, si sfogano cantando "a lavorare...andate a lavorare...". Si, ma sul serio pero', in fabbrica, tra veri diritti negati e stipendi da fame

Le grandi partite : Juventus - Real Madrid 3 - 1 - 14 maggio 2003

Qualcuno l'ha definita la Juventus piu' forte di sempre. E forse non ha torto. Di sicuro la notte del 14 maggio 2003 venne giocata dai bianconeri la partita perfetta. A Torino, a giocarsi l'accesso alla finalissima, arriva il Real Madrid forte del 2 a 1 ottenuto al Bernabeu. Ma i blancos non avevano fatto i conti con Buffon, Del Piero, Trezeguet e soprattutto Pavel Nedved...

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Della serie "Le grandi partite" e' stata gia' pubblicata Juventus - Ajax 5 - 3 e Roma - Juventus 1 - 4

Buona visione!

Juventus - Sampdoria, finalmente inizia il campionato!

No, nessun errore nel titolo ma semplicemente la volonta' di sottolineare come la stagione 2010/2011 per la Juventus si appresti a cominciare domenica prossima, 12 settembre. Perche'? Facile, perche' a Bari la Juventus non e' mai scesa in campo. Se Del Neri e Marotta avessero potuto, avrebbero scelto sicuramente di non giocare consci di come la squadra bianconera fosse ancora lontana dallo standard minimo che ci si attende. Meglio perdere 3 punti a tavolino, che perderne 3 nel modo in cui si sono persi al S.Nicola, con tutto lo strascico di inevitabili polemiche che ne e' conseguito.
Una squadra, quella allestita da Marotta quest'estate e scesa (??) in campo a Bari, talmente brutta da instillare in piu' di qualcuno il dubbio che si stesse giocando l'ultima partita dello scorso campionato e non la prima del nuovo.
E' pur vero pero'che la formazione scelta da Del Neri era figlia di contrattempi sfortunati e ritardi.
L'infortunio patito da Amauri (che sembra finalmente tornato dalla crociera...) ha scombussoltao i piani del tecnico friulano costringendolo a mandare in campo un Quagliarella ancora con le valigie nel taxi che lo aveva portato a Torino soltanto 3 giorni prima.
Lo stesso dicasi per Krasic, esempio di volonta' ed attaccamento alla maglia (pagarsi un aereo privato per non mancare al vernissage di famiglia in quel di Vilar Perosa vale una standing ovation ogni volta che scendera' in campo) ma quanto mai spaesato nel rapportarsi con i compagni e soprattutto con gli schemi.
L'impossibilita', infine, di poter contare su Aquilani , vero perno intorno al quale ruoteranno uomini e schemi quest'anno, ha involuto la manovra fino a toccare i pericolosi limiti evidenziati durante la stagione appena trascorsa.
Problemi, quelli appena descritti, che i dodici giorni di stop forzato al campionato hanno gia' in parte risolto. A cominciare dall'attacco che potra' contare sul rientro di Iaquinta, il centravanti di peso tanto caro al 4-4-2 delneriano e proseguendo con Quagliarella, tornato rinfrancato dal doppio impegno in nazionale condito anche con un gol (seppur contro gli elettricisti delle Far Oer).
Il centrocampo non sara' piu' privo di Aquilani, abile ed arruolato, guadagnando quelle geometrie indispensabili a rendere fluida e veloce la manovra juventina. Un centrocampo di cui beneficeranno gli esterni e soprattutto Krasic, pronto a dimostrare che non si sono spesi 15 milioni a vanvera.
Non meno importante l'amalgama e la condizione della squadra, apparsa nella trasferta barese ancora una tavolozza di colori separati in attesa di trasformarsi nel quadro che Marotta e Del Neri hanno immaginato quest'estate.
Infine, ma forse piu' importante di ogni altra cosa, il sostegno dei tifosi. Giocare a Torino comportera' delle responsabilita' in piu' e forse, visto l'esordio, anche qualche comprensibile ansia. Ma se la gente accorrera' allo stadio dimenticando per un istante preconcetti e pregiudizi e pensando solamente ad incitare ed applaudire ogni giocata, anche quelle sbagliate, allora molto di quello che occorrera' fare per far si che quest'anno sia diverso dallo scorso sara' stato gia' fatto.
Forza Juve, finalmente inizia il campionato!

Qualcuno fermi Moggi

Il mio pensiero sul Sig.Luciano Moggi l'ho gia' espresso qualche tempo addietro e chi vuole puo' rileggerselo QUI
Il fatto e' che l'ex Direttore Generale della Juventus continua, nonostante tutto quello che e' successo e quanto ancora deve succedere (vedi processo di Napoli ancora in corso di svolgimento), a pontificare su tutto e tutti, specialmente sulla Juventus. Ospite ieri sera della trasmissione di SportItalia "Solo calcio" condotta da Michele Criscitiello, Don Luciano non si e' fatto certo pregare quando si e' trattato di dire la sua sulla nuova Juventus. Partendo dall'allenatore : "Avevo parlato con Del Neri, prima di prendere Capello, ma non l'ho preso per determinati motivi. Però non è che Del Neri lo debba criticare. Del Neri ha fatto un buon campionato con la Sampdoria. Probabilmente il salto dalla Sampdoria alla Juventus, il salto da una squadra che se arriva quarta ha vinto il campionato ad un'altra che se arriva seconda è un delitto, può essere abbastanza alto." Il problema e' che non ha detto chi avrebbe preso al suo posto. A chi avrebbe consegnato le chiavi della nuova Juventus? Chi, tra gli allenatori possibili (quindi non Mourinho, Ancelotti, Van Gaal, Guardiola o Hiddink...) era secondo lui l'uomo giusto per riportare immediatamente la squadra bianconera ai fasti di un tempo? Non lo sapremo mai.
La chiacchierata e' poi scivolata e non poteva essere altrimenti sulla campagna acquisti di Beppe Marotta :
"Io non avrei fatto niente. Avrei fatto quello che cercavo di fare non avendo soldi. Qui hanno la liquidità, possono spendere, perchè hanno speso 70 milioni circa in giocatori. Io ero più per la qualità che non per la quantità. Per caratterizzare la squadra, avrei preso due giocatori e non 10-11". Intanto va detto che una parte dei 70 milioni sono stati abilmente recuperati dal taglio di molti stipendi attraverso la cessione di giocatori ritenuti non indispensabili e a Marotta dobbiamo dare atto di aver fatto un buon lavoro almeno sotto questo punto di vista. Mi chiedo pero' se con l'acquisto di Ibrahimovic o Dzeko, visto che l'ex D.G. avrebbe comprato soltanto un paio di giocatori di qualita', il gap con Inter e Milan sarebbe stato comunque colmato rimanendo con una difesa orfana di un centrale e priva di Bonucci, senza esterni alti e/o bassi, un centrocampo pieno di ottimi faticatori ma senza cervello e calciatori senza piu' nulla da dare quali Zebina e Camoranesi. Tra l'altro non avrebbe nemmeno tenuto Diego : "Ha fatto male chi l'ha preso e ha fatto peggio chi l'ha venduto." per cui non si capisce che qualita' vada cercando se poi non avrebbe nemmeno comprato, l'anno scorso, l'unico giocatore in grado di garantirla.
Per concludere due parole sul progetto di rifondazione che la Juventus ha varato quest'anno : "Chiellini ha detto chiaro e tondo ai tifosi di non illudersi e ha fatto benissimo. E' giusto questo, perchè questa non è un'opera di ricostruzione, è un'opera di demolizione. Questi giocatori che sono stati presi, l'anno prossimo dovranno essere riceduti. Questo qui è un film che ho già visto al Napoli. Per rifondare una squadra di calcio non si comprano undici giocatori. Se si fa un progetto, si fa nell'ordine di due-tre anni, comprando al massimo due-tre giocatori ogni anno. Su questo non c'è dubbio."
Il Moggi-pensiero su quest'ultimo argomento mi risulta incomprensibile. Perche'un progetto basato su una rifondazione e adatto al modulo tattico indicato dal tecnico su cui si e' puntato, sarebbe destinato a fallire in un anno e uno basato sull'acquisto di due giocatori a stagione avrebbe il beneficio ma soprattutto la pazienza di poter essere atteso e sviluppato in due o tre anni?
Qualcuno potrebbe spiegarmelo? O meglio, qualcuno potrebbe fermare Moggi?

Juventus : e' Felipe Melo il tuo miglior acquisto!

No, non sto riproponendo un vecchio articolo dell'estate 2009, quando il centrocampista brasiliano fu acquistato dalla Juventus per la clamorosa cifra di 25 milioni di euro ed insieme al connazionale Diego fece scorrere fiumi di inchiostro inneggianti ai mirabolanti traguardi che la truppa di Ferrara avrebbe potuto raggiungere. Ne tantomeno ho un rigurgito di "revisionismo", ma piu' semplicemente, analizzando la rivoluzione condotta in sede di calcio mercato dal Direttore Generale Marotta, si puo' pensare come tra tanti arrivi forse "l'acquisto" piu' importante la Juventus lo abbia fatto con un anno di ritardo. Su Felipe Melo, complice l'assurda annata passata (a livello personale, ma anche e soprattutto, a livello di team) pesa come un macigno l'etichetta di bidone. Un etichetta giustificata, ma che il giocatore ha la grande possibilita' di scrollarsi di dosso. Perche'? Innanzitutto perche' inizia un nuovo anno che porta con se nuovi obiettivi (personali e non). Di seguito, ma non meno importante, la nuova collocazione tattica. Lo scorso anno nel 4-3-1-2 di Ferrara, Felipe Melo giostrava da centrocampista centrale quasi obbligato, quando non era Diego a farsene carico, ad innescare la manovra juventina. Per sua stessa ammissione l'ex viola non e' un regista, ma piuttosto un formidabile cattura palloni che beneficia enormemente della presenza al suo fianco di un raffinato distributore di gioco. Nella Fiorentina era facile recuperare palla e cercare con giocate corte e semplici Montolivo o Jovetic. Nella Juventus dell'anno scorso, senza un regista a cui appoggiarsi tutto divenne piu' difficile, quasi impossibile e ognuno di noi ha ancora negli occhi dove andavano a finire i suoi lanci e le sue aperture. Quest'anno, nel 4-4-2 di Del Neri e con Aquilani a dirigere, Felipe Melo avra' meno ansia di giocare il pallone ed anche i suoi raggelanti dribbling a centrocampo avranno una ragione in meno di esistere proprio perche' accanto a lui giostrera' un giocatore al quale la palla tra i piedi non scotta.
Uno stimolo in piu' arrivera' poi dalla voglia di rivalsa che un carattere orgoglioso e tosto come il suo non potra' non fornire. Dopo il mondiale finito come tutti sappiamo e dopo il siluramento di Dunga, il nuovo tecnico verdeoro Menezes ha gia' affermato di non fidarsi troppo di Felipe e che, se quando alla guida della Seleçao c'era l'ex "cucciolo" il suo era un posto a tempo indeterminato, ora puo' ritenersi un semplice precario, con tutto cio' che ne potrebbe conseguire. Parole che non tarderanno a scatenare nel mediano di Volta Redonda il giusto furore agonistico.
E proprio la poca certezza di una maglia da titolare nel Brasile potrebbe, paradossalmente, essere un vantaggio. Svuotato dalla presunzione di essere un gran giocatore solo perche' nel giro della nazionale brasiliana, Felipe Melo potrebbe finalmente giocare libero mentalmente e senza dover strafare.
E allora, se e' pur vero che la Juventus quest'anno ha rivoluzionato il proprio organico ed ha acquistato 11 giocatori e' vero anche che forse il suo miglior acquisto potrebbe averlo portato a termine con un anno di ritardo.

David Trezeguet non puo' andarsene cosi' nel silenzio. No!

Da alcuni giorni e' on line su Facebook un'accorata lettera scritta da una trentennale tifosa e rivolta al Presidente Andrea Agnelli affinche' l'addio di David Trezeguet alla Juventus sia accompagnato dal giusto riconoscimento e affettuoso saluto come fu, l'anno scorso, per Pavel Nedved
Un iniziativa degnissima di lode, che potete leggere nella sua interezza QUI 

Del Piero, una bandiera a mezz'asta?

La Juventus e' Del Piero, Del Piero e' la Juventus. O no? Si puo' mettere in discussione una bandiera? Una leggenda? Un pezzo di storia bianconera? Forse. Il popolo juventino e' in subbuglio. Se da una parte elogi e commenti entusiasti accompagnano le gesta del "ragazzo" di Conegliano ed anche all'estero, in campi come Old Trafford e Bernabeu, sono state tributate vere standing ovation al nostro numero dieci, dall'altra parte cresce il partito di chi non lesina critiche, anche feroci, nei confronti del Pinturicchio.
Tralasciando i fischi della sciagurata scorsa stagione, figli soprattutto di uno spettacolo indecoroso e di una tale pochezza di calcio che ha coinvolto tutti nessuno escluso, non e' che quest'anno le cose siano iniziate meglio per il capitano.
L'appunto che maggiormente viene mosso nei confronti del numero dieci riguarda l'eta'. Puo' un giocatore alla soglia dei 36 anni ancora fornire prestazioni di alto livello in un campionato tosto come quello nostrano? Diciamo la verita', il Del Piero visto a Bari e' la controfigura del Campione che tutti noi abbiamo avuto la fortuna e l'orgoglio di ammirare. Spento, lento, prevedibile, al limite del fastidioso nelle sue continue lamentele con l'arbitro, stucchevole quando si butta in terra reclamando un fallo perche' qualcuno gli ha portato via il pallone. In un calcio veloce e basato su un pressing forsennato e grande fisicita', anche un semplice Masiello e' riuscito a fare la figura del fenomeno quando si e' trovato ad incrociare i suoi tacchetti con quelli dell' (ex?) idolo bianconero.
Se il peccato originale commesso da Marotta e' stato quello di privare la Juventus di fantasia vendendo Diego, non e' certo con questo Del Piero che i tifosi potranno rifarsi gli occhi e la squadra bianconera potra' dare imprevedibilita' alla sua manovra.
L'altra accusa che molti tifosi gli muovono contro e' forse ancora piu' cruda. E' una primadonna che mal sopporta chi puo' metterlo in ombra, soprattutto se ricopre il suo stesso ruolo.
A suffragio di questa tesi il popolo dell' "anti-Del Piero" snocciola via una lunga serie di nomi. Miccoli, Palladino, Giovinco, Diego...Tutti ottimi giocatori, tutti fantasisti o seconde punte, tutti ceduti. E se secondo Agatha Christie tre indizi forniscono una prova, quattro sono una vera e propria confessione.
Soprattutto quest'ultima sessione di calcio mercato ha rinvigorito le schiere dei teorici del complotto di spogliatoio. Vedere andare via prima la Formica Atomica e poi il Panda verde oro ha fatto gridare allo scandalo e la colpa delle due cessioni e' stata fatta ricadere sul novello, agli occhi di qualcuno, Otello bianconero.
E' dunque possibile mettere in discussione un icona come Del Piero? Sembrerebbe di si. A lui spetta ora il compito di far rimangiare ai suoi denigratori le critiche e le accuse e dimostrare a tutti che e' ancora una bandiera che sventola orgogliosa e non una moscia bandiera a mezz'asta.

Le grandi partite : Roma - Juventus 1- 4 - 19 novembre 2005 12a giornata di Serie A

Insieme al Torino, alla Fiorentina ed ultimamente all'Inter, la Roma e' tra le piu' accese rivali della squadra bianconera. Il gol di Turone e le continue punzecchiature tra i presidenti Viola e Boniperti hanno sempre reso questo match uno tra i piu' sentiti da entrambe le tifoserie. La partita del 2005 terminata 1 a 4 per la Juventus inoltre rappresenta una sorta di "vendetta" per il famoso "Quattro, zitti e a casa..." pronunciato da Totti l'anno precedente in un Roma - Juventus 4 a 0

Clicca qui per guardare la sintesi di Roma - Juventus - 1-4

Della serie "Le grandi partite" e' stata gia' pubblicata Ajax - Juventus - 3-5 Finale di Champions League

Buona visione!

Amichevole : Juventus - Fontanabuona 6 a 1

Manninger in porta, difesa con Grygera, Legrottaglie, Rinaudo e De Ceglie, a centrocampo Spinazzola, Aquilani, Felipe Melo e Lanzafame, davanti la coppia formata da Del Piero e Iaquinta. Non e' la formazione che dovra' scendere in campo contro la Sampdoria per la seconda giornata di campionato, ma quella scesa in campo stamane in un amichevole giocata a Vinovo e divisa su tre tempi da 30' ciascuno ed utile per testare lo stato fisico di quei giocatori alle prese con qualche acciacco e prossimi al rientro. Per la cronaca l'incontro, giocato contro i dilettanti liguri del Fontanabuona e' terminato 6 a 1 con doppietta di Iaquinta, che si candida prepotentemente per il ruolo di centravanti titolare alla ripresa del campionato e reti di Melo,  Lanzafame, Buchel e Ruggiero.
Molto confortanti, sotto il profilo tattico ed atletico, anche le prestazioni di Rinaudo ed Aquilani

Juve, perche' non sognare?

Molto si e' scritto fin qui sulla cronica assenza di una valida punta al centro dell'attacco bianconero. Un centravanti da almeno 20 gol, un Pazzini per intenderci o un Boriello se vogliamo credere che la punta napoletana possa mai raggiungere questa cifra.L'Inter ha Milito e non solo, la Roma ha per l'appunto Borriello, al Milan in pieno Berlusconi-style non si sono accontentati di avere gia' Pato ma per essere sicuri che la palla qualcuno la butti dentro hanno acquistato addirittura Ibrahimovic prima e Robinho poi.
E tutti giu' a pontificare. La Juventus parte dietro, la Juventus non ha colmato il gap, la Juventus senza un attaccante da 20 gol non va da nessuna parte.Pero' sarebbe bastato, a tutti questi esperti di vicissitudini pallonare, andarsi a rileggere i numeri riguardanti le passate dieci stagioni di Serie A. Avrebbero scoperto, questi vate della divina arte pedatoria, che in sole tre occasioni il trono di capocannoniere ha coinciso con la formazione vincitrice dello scudetto. Nel 2001-2002 Trezeguet/Juventus, nel 2003-2004 Shevchenko/Milan e nel 2008-2009 Ibrahimovic/Inter, tutto qui.
Il resto e' un puzzle di estemporanei "pichichi" (Hubner/Piacenza nel 2001-2002 o Lucarelli/Livorno nel 2004-2005) o bomber di razza i cui 20 e passa gol poco hanno inciso sulla classifica finale della loro squadra (Crespo/Lazio nel 2000-2001, Vieri/Inter nel 2002-2003, Toni/Fiorentina nel 2005-2006, Totti/Roma nel 2006-2007, Del Piero/Juventus nel 2007/2008, Di Natale/Udinese nel 2009/2010).
Di contro per ben 9 stagioni sulle ultime 10, le squadre classificate al primo o secondo posto hanno beneficiato della miglior difesa (tranne la Lazio, giunta terza nella stagione 2006/2007).
Come si evince statisticamente dunque, per affermarsi nel campionato di calcio italiano occorre essere ben attrezzati in difesa e cavarsela in attacco, con una coppia che sopperisca o magari superi nel computo totale il numero di 20/25 gol che potrebbe garantire un vero, unico attaccante d'area di rigore.
Per concludere occorre una squadra solida in difesa (Chiellini-Bonucci), un reparto d'attacco che garantisca due punte da 12/15 marcature ciascuna (Amauri-Quagliarella) e centrocampisti che sappiano inserirsi in zona gol (Martinez,Pepe,Lanzafame,Krasic,Melo,Marchisio,Aquilani)
Se al tutto aggiungiamo un allenatore che fa dell'applicazione difensiva un marchio registrato (Del Neri) e magari un pizzico di buona sorte mancata nelle scorse stagioni (soprattutto infortuni), e' davvero vietato sognare?

Juventus : e' tutta colpa di Rinaudo!

Il calcio mercato della Juventus non si e' chiuso col botto, d'accordo. Metabolizziamo questo dato di fatto e facciamocene una ragione. Il fatto pero' che si sia chiuso all'ultimo momento con l'acquisizione a titolo temporaneo (ovviamente con diritto di riscatto) di Leandro Rinaudo, ha scatenato la rabbia ed il disappunto anche dei tifosi piu' teneri. Il punto pero' e': che cosa c'entra Rinaudo?
Sembrerebbe come se l'intera strategia di Marotta, che avra' anche qualche colpa, fosse stata tutta incentrata sul tesseramento del difensore ex Napoli. Leggendo le centinaia di commenti apparsi su blog, siti, giornali e forum bianconeri la maggior parte dei tifosi pone l'accento su come, all'ultimo secondo utile, il Milan abbia comprato Ibra e Robinho e la Roma Borriello, mentre la Juventus Rinaudo. E giu' pesanti. Ma dove andiamo con Rinaudo? Con Rinaudo siamo da ottavo posto. Anzi no peggio siamo da Serie B! Il buon Leandro, da parte sua invece, si e' presentato con due semplici parole : umilta' e lavoro. Beh se devo essere sincero era da tempo che non ascoltavo un giocatore esprimere a parole quello che dovrebbe essere scolpito nel DNA di ciascun giocatore bianconero. Nemmeno durante la nefasta stagione scorsa ho sentito pronunciare parole quali sudore, fatica, silenzio, lavoro, umilta'. Se Rinaudo, le volte che sara' chiamato a scendere in campo, dimostrera' di saper far seguire i fatti alle parole, allora saranno in tantissimi a dovergli delle scuse. Concludo con un consiglio a Beppe Marotta : la prossima volta tenga per l'ultimo secondo del 31 agosto colpi come Aquilani, Bonucci e Quagliarella, vedra' che tutti l'osanneranno come un mago del calcio mercato.